Cenni storici
Il territorio, abitato già in epoca preistorica, dall’antico ceppo indigeno Opico-
Conobbe un notevole splendore tra il VI ed il V sec. a.C. come è testimoniato dai corredi delle tombe dei membri della classe dirigente della Città riportate alla luce da varie necropoli esistenti sul territorio. Le comunità indigene, rinfoltite da popolazioni sannitiche provenienti dalle montagne, stimolate dalle culture più avanzate degli Etruschi e dei Greci con le quali si integrarono, iniziarono un processo di aggregazioni politica e culturale che culminò, come riporta lo storico Diodoro Siculo, nel formarsi del “Popolo dei Campani” nel 438/437 a.C.
Nel giro di pochi decenni i Sanniti Campani scalzarono dal potere le classi dirigenti etrusche e greche estendendo il loro controllo su tutto il territorio campano ed è probabile che proprio allora la Città, forse precedentemente detta Hyria, con propria monetazione, ricevette il nome di “Novla”, ovvero “città nuova”. La testimonianza di tale integrazione la riscontriamo nella produzione di monete che, nei primi decenni del IV sec., vengono coniate contemporaneamente da Hyria e Nola e solo successivamente da Nola. Ben presto le città campane, temendo una possibile discesa dalle montagne di altre popolazioni sannitiche, si confederarono con il precipuo scopo di contrastare l’avanzata dei Sanniti stanziati sugli Appennini. La federazione Nolana era formata solo da Nola e Avella, ma poteva contare sull’appoggio dei Napoletani e sul porto di Pompei. In tale realtà, attratta dalle risorse agricole e commerciali della Campania , si inserì Roma, che riuscì a perseguire i propri interessi sfruttando abilmente i contrasti e le tensioni tra le classi sociali che sempre più si andavano palesando nella regione. La conquista dei territori fu perseguita in maniera inarrestabile, talvolta con la guerra aperta contro le popolazioni locali, talvolta promuovendo con esse alleanze.
Durante la seconda guerra sannitica Nola si oppose ai Romani, ai quali , dopo assedio, si arrese nel 312 a.C., diventando da allora alleata di Roma. Durante la seconda guerra punica gli attacchi che Annibale portò alla Città furono sempre respinti e Nola diventò una delle base operative dell’esercito romano. Ribelle durante la guerra sociale, Nola nell’80 a.C. fu ripresa definitivamente da Silla e da allora restò sempre nell’orbita di Roma, di cui seguì storia e vicissitudini senza svolgere più alcun ruolo degno di rilievo. Nel 73 a.C. è espugnata da Spartaco che la usa come base militare. Nel 14 d.C. , nella casa paterna, vi morì l’imperatore Augusto, Tacito dice : QUO NOLAE IN DOMO ET CUBICULO IN QUO PATER EIUS OCTAVIUS VITAM FINIVISSET. Alla fine del I sec. d.C. inizia una lenta decadenza della città, forse dovuta all’impaludimento della zona e a disastrosi fenomeni sismici e vulcanici; da allora, infatti, le fonti storiche raramente fanno menzione di Nola e cioè appare inspiegabile considerato il prestigioso passato. Tra il IV e il V secolo d.C. l’unico fatto di rilievo fu la presenza a Nola del nobile bordolese Ponzio Meropio Anicio Paolino, già console romano. Alla fine dell’estate del 395 Paolino e la moglie Terasia giungono a Nola ponendo la loro dimora presso il santuario di S. Felice a Cimitile l’antico Coemeterium nolano. Qui Paolino organizza la sua comunità ascetica sull’esempio del monastero di Marmoutier fondato da Martino di Tours.
Alla fine del 406 si riversa sull’impero Romano una nuiva ondata barbarica e nel 410 i Goti di Alarico dopo aver saccheggiata Roma, invadono la Campania e, in tale anno o ancora prima Paolino succede sulla Cattedra nolana al Vescovo Paolo. Dal V secolo le invasioni barbariche, le guerre, i saccheggi, affrettarono il declino della Città e costrinsero gran parte della popolazione a rifugiarsi sulla collina di Cicala o presso il Coemeterium, nome, questo, con il quale veniva indicata Nola in alcuni documenti dell’epoca (con lo scorporo della Contea di Nola, nella prima metà del XVII sec. acquistò autonomia e successivamente si eresse a Comune con l’attuale nome di Cimitile. Fino al 1370 ospitò la sede Episcoplae nolana). Dopo i Goti di Alarico, fu devastata dai vandali dei Genserico e nel 570 e 594 dai Longobardi. Nella lotta di dominio territoriale tra i Longobardi ed il Ducato di Napoli, nell’850 la Città era incamerata nei territori del Ducato di Benevento, e successivamente, con il patto di Arechi, il territorio nolano fu inserito nel demanio comune tra i due contendenti. Verso il 950 Nola è incorporta, esclusivamante, nel demanio del Ducato di Napoli con la signoria del Duca Sergio I°. Subisce ancora distruzioni da parte deri Saraceni, Longobardi ed Ungari. Nel 1139 caduto il Ducato di Napoli nelle mani di Ruggero II°, fu annessa al Regno Normanno.
Nel 1256 Manfredi espugnò Nola perchè aveva parteggiato per il Pontefice Vincenzo V° e l’assogettò al Reame di Sicilia. Dopo la battaglia di Tagliacozzo Carlo I° D’Angiò in segno di gratitudine per i servigi resi, nominò il suo capitano Guido di Monfort Conte di Nola assegnandogli anche le terre di Atripalda, forino e Monteforte. Questi sposò Margherita Orsini dei Conti dell’Anguillara ed alla sua morte, non avendo eresi, la Contea passò al genero Romano Orsini dando così l’inizio alla Signoria di questa casata che si estinse nel 1533 con la morte di Enrico. Gli Orsini, proseguendo l’opera di riqualificazione della Città iniziata da Guido Monfort primo conte di Nola a partire dalla metà del XIV secolo diedorono inizio ed incoraggiarono un ampio programma di ristrutturazione urbanistica che, contribuendo alla rinascita storico culturale, riportò Nola al suo antico prestigio, arricchendola di numerosi monumenti quali monasteri, chiese e palazzi provvedendo, altresì, a difenderla con una poderosa cinta muraria già vanto della città in epoca romana. Con il tramonto della signoria degli Orsini e a seguito dell’ascesa al trono di Carlo V Nola fu assoggettata al dominio spagnolo.
Il secolo XVI vede la nascita a Nola di Pomponio Algiero (1531) e Giordano Bruno (1548). Il primo come eretico venne condannato dal Tribunale del Santo Uffizio e consegnato al “Braccio Secolare” fu giustiziato a Roma in Piazza Navona il 18 Agosto dell’anno 1556. Il secondo, monaco domenicano , insigne filosofo, subì la stessa sorte e il 17 febbraio 1600, dopo la condanna del Santo Uffizio, venne bruciato vivo in Campo D’Fiori Roma. Iniziata la dominazione spagnola la Città fu inclusa nel Demanio Imperiale con il titolo di città Regia ed il Vicerè Don Pedro di Toledo oltre ad opere di edilizia, da vero mecenate, favorì l’opers degli Artisti e tra questi quel del nolano Giovanni Merliano che compì molte opere di scultura ed architettura. Poche sono le notizie storiche sulla città tra il XVII ed il XVIII secolo. Nel 1810 la Città diventò centro di Distretto del ragno nella Provincia di Terra del Lavoro. Nel 1820, nella notte tra il I° ed il II° luglio, scoppiarono a Nola i primi moti carbonari, capeggiati dall’Abate Luigi Minichini con i sottotenenti del Reggio Esercito Borbonico Morelli e Silvati, dando così origine al Risorgimento Italiano.
Nel 1943 Nola fu colpita da una delle peggiori stragi compiute dai nazisti, nota come “L’eccidio di Nola”. Alla fine del secondo conflitto mondiale, perdute le sue funzioni militari, Nola ha cercato di imporsi come importante centro commerciale ed economico.
Nel 1986 apre in zona Boscofangone il CIS, attualmente uno dei maggiori poli distributivi di merci d’Italia e d’Europa con oltre 300 aziende dislocate su circa 1 milione di metri quadrati, nella stessa aria sorgono successivamente l’Interporto Campano, il centro commerciale Vulcano Buono, progettato da Renzo Piano ed inaugurato nel 2007, e le officine della NTV – Nuovo Trasporto Viaggiatori dove viene svolto il servizio di manutenzione dei treni “Italo”. Nola inoltre vanta una lunga tradizione forense essendo sede di tribunale, fino a pochi anni fa era attivo il corso di laurea in Scienze Giuridiche afferente alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Napoli “Parthenope”.